Santolino o S. Antonino da Piacenza


In fondo alla strada del Santolino, che si congiunge con via Pinidolo, incontriamo la chiesetta del Santolino, o più esattamente di S.Antonino, di cui si parla già nel 1500, “ in mezzo a broli nella contrada di Villa”, borgata che si volle dare un edificio sacro perché troppo lontana dalla parrocchiale. Questo tempio campestre, spesso trascurato e più volte restaurato, ma sempre attivo per le messe e oggetto di visite pastorali, fu definitivamente riportato a decoro con sacrestia e sagrato nel 1721, secolo in cui risultava ancora di diritto della vicinìa. Nel 1839 figura intitolato a S.Gaetano con la messa festiva e un impegno di messe settimanali da parte degli Averoldi . Vi si celebrò ancora per molti anni anche in occasione di S.Gottardo e S.Gaetano.

Gli abitanti di Valle e Villa dedicarono tale oratorio a S. Antonino da Piacenza, santo guerriero martire del IV secolo d.C., culto diffuso in alta Italia e Gallia(anche a Concesio la parrocchiale è intitolata a questo Santo). I fedeli locali dimostrarono in più occasioni nel passato di aver particolarmente a cuore la loro chiesetta: oltre ai vari legati di famiglie benestanti della contrada per pagare un sacerdote per la celebrazione di messe quotidiane e poi festive almeno fino alla seconda metà del 1800, sappiamo che le due comunità nel 1600 commissionarono al pittore Francesco Bernardi una grande tela

L’opera pittorica di Francesco Bernardi ci testimonia le devozioni presso tale chiesetta campestre; si tratta di un olio su tela raffigurante S. Antonino su un cavallo bianco con il gonfalone della città di cui è patrono, Piacenza; sullo sfondo un paesaggio anonimo e appena accennato, con tonalità verde scuro e grigio; in alto a sinistra alcuni angioletti, verso il centro una figura in abito vescovile che si presume S. Gottardo e una Madonna col Bambino rivolto a S. Gaetano in ginocchio nella parte destra. In basso a destra si legge la scritta che dice “dipinta da Francesco Bernardi pagato col denaro delle contrade Villa e Valle; conservata nell’Oratorio del Santolino fino a pochi decenni or sono e salvata da sicura dispersione o vandalismi, è collocata nella sacrestia della Parrocchiale. Questo oratorio è stato restaurato ed oggi ospita la sede di una associazione.

Chiesa Sant’Antonio di Padova

Poco oltre l’esedra con cancello dai pilastri in pietra bianca , ingresso carraio al cortile di casa Nava, su uno slargo si affaccia la sobria facciata sormontata da tre pilastrini con pigna della deliziosa chiesetta di S.Antonio di Padova; la cupoletta a tamburo si alza sull’aula centrale; una lapide nel timpano racconta che questo sacello fu fondato a spese proprie dai fratelli Piazzoni, proprietari della dimora signorile oggi Palazzo Nava, nel 1697 (e infatti nei documenti vescovili

se ne legge a partire dal 1703). L’interno ha molte decorazioni a stucco con motivi floreali, nella cupola la colomba dello spirito Santo, tre lunette e due medaglioni ovali con episodi della vita del

Santo. Nel piccolo presbiterio affiancato da una minuscola sacrestia si alza l’altare sormontato da una pala circondata da stucchi con putti, angioletti e festoni . Al tempietto all’esterno si appoggia una costruzione di servizio, una barchessa, che separa il cortile settentrionale dal vigneto a mezzogiorno. Di fronte all’ingresso dell’Oratorio, un percorso pedonale collegava via Nava a vicolo Borgonuto.

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